Funzione cellulare
Esistono grassi che costituiscono la membrana delle nostre cellule, garantendole fluidità, permettendo scambi cellulari e di nutrienti, e formando una barriera contro i radicali liberi. La membrana lipidica non deve essere né troppo piena di grassi saturi (perché altrimenti si irrigidirebbe) né troppo sbilanciata verso gli insaturi (perché sarebbe un fattore di rischio per l’ossidazione cellulare). Il modo in cui ci alimentiamo è fondamentale a determinare la funzionalità cellulare e, di conseguenza, a garantirci o meno protezione.
Imput nervosi e stato emozionale
Gli impulsi nervosi a livello cerebrale possono viaggiare solo grazie alla presenza di grassi insaturi, in particolare il DHA.
I grassi sono talmente fondamentali per il nostro cervello che è stata dimostrata una correlazione tra alimentazioni ricche di grassi (buoni, naturalmente!) e prevenzione di patologie neurodegenerative quali Alzheimer e Parkinson; gli stessi regimi alimentari sono stati efficaci a rallentare la perdita di funzione cognitiva di persone già affette da queste patologie
Le alimentazioni con grassi sono fondamentali anche ad ampliare il benessere psicoemotivo: gli studi scientifici stanno indagando questo ramo della nutrizione, scoprendo che le diete povere di grassi predispongono a turbe dell’umore, ansia, ossessioni, tristezza e malinconia.
Una garanzia per la pelle
Tutta la nostra pelle è avvolta da un sottile strato lipidico, che permette di difendersi da attacchi esterni di batteri e agenti atmosferici, fornisce una pelle elastica e luminosa, dona morbidezza e idratazione. Pensate un po’ cosa può causare la decisione di assumere un regime alimentare poverissimo di grassi… Non a caso, persone che hanno seguito per tutta la vita alimentazioni ipolipidiche dovranno affrontare precocemente i segni dell’invecchiamento cutaneo: i grassi sono un caposaldo dei programmi anti – aging.
Funzione energetica e di deposito
Ovviamente, i grassi hanno un contributo calorico: forniscono energie utili al nostro organismo, energie che vengono depositate sottoforma di trigliceridi nel tessuto adiposo.
Il modo in cui il nostro corpo attinge ai grassi di deposito dipende da tanti fattori: incide in piccola parte la genetica (e su quella possiamo fare poco), ma a fare la differenza sono l’alimentazione e lo stile di vita.
Vediamo le variabili più interessanti:
- Un’alimentazione che per anni è stata sbilanciata verso i carboidrati, soprattutto quelli semplici (zuccheri), determinerà un metabolismo prevalentemente glucidico, con scarsa capacità di ossidare i grassi. Al contrario, un’alimentazione che non limiti i grassi (ovviamente buoni) ci permette di utilizzare proprio i grassi come carburante principale. La tipologia di sport svolto incide sulle capacità metaboliche delle fibre muscolari: per esempio, sport di resistenza (come la maratona, il ciclismo, il nuoto) determinano una maggior ossidazione dei grassi, mentre così non è per lo sport di potenza (come il body building, la ginnastica, alcune discipline di atletica). Tuttavia generalizzare sarebbe sbagliato, poiché un conto è quello che si brucia durante l’allenamento, un altro è quello che si brucia nelle ore successive: ad esempio allenamenti come Crossfit o funzionale attingono prevalentemente a zuccheri durante il workout, ma permettono di bruciare più grassi nelle 24-48 ore successive. La corsa, invece, brucia più grassi ma incide molto meno sul metabolismo a riposo.
- La sedentarietà e un regime alimentare troppo frazionato corrispondono a una minor capacità del nostro organismo di bruciare grassi. E’ per questo motivo che risulta fondamentale fare pasti regolari, e cercare di muoversi durante tutto l’arco della giornata. Abbiamo più volte ribadito l’importanza di fare sport strutturato, ma non dimentichiamo mai che se facciamo palestra 3-4 volte a settimana, ma nel resto del tempo non facciamo nulla se non stare seduti, il nostro metabolismo si rallenterà!