LA CREATINA

Tra gli integratori più amati dagli sportivi, la Creatina, ha un posto di leadership indiscussa, in tutte le tipologie di sport. In effetti, moltissime fonti hanno spesso scritto e continuano a citare le mirabolanti proprietà (vere o presunte) di questo prodotto.

Le persone che considerano di assumere integratori, dovrebbero in ogni caso conoscere approfonditamente gli effetti riscontrati, i rischi e gli effetti collaterali, in maniera da poter fare una scelta consapevole, coadiuivata da consulenza medica.

 

 

IL COMPITO DELLA CREATINA A LIVELLO MUSCOLARE

L’energia utilizzata dal muscolo scheletrico per la sua contrazione deriva dall’idrolisi dell‘adenosina trifosfato (ATP) ad adenosina difosfato (ADP). La normale funzionalità dei muscoli richiede poi che l’ATP sia costantemente risintetizzato, a partire dai suoi prodotti di trasformazione.
Durante l’attività motoria d’intensità massimale e di breve durata, la disponibilità dinamica di ATP deriva quasi esclusivamente a mezzo del processo anaerobico alattacido che si realizza mediante la defosforilazione della fosfocreatina (CP), con il successivo passaggio dell’ADP allo stato di ATP, atto a liberare energia per la contrazione muscolare, tramite la seguente reazione reversibile pH-dipendente:

creatina chinasi
fosfocreatina + ADP <–> creatina + ATP —–>
——–> contrazione muscolare

per cui la creatina viene poi rifosforilata durante il periodo di riposo.
In considerazione dell’attività di detto circuito creatina/creatina chinasi/fosfocreatina, nel muscolo la concentrazione di fosfocreatina rappresenta un pool di riserva energetica rapidamente utilizzabile per il ripristino del contenuto di ATP. A riposo, la trasduzione aerobica mitocondriale, può essere la fonte energetica per la fosforilazione della creatina supplementata in eccesso, rispetto alla normale assunzione esogena od alla sintesi endogena.
Durante l’attività muscolare intensa e di breve durata, il decremento della forza sviluppata può essere messo in relazione al depauperamento delle riserve muscolari di fosfocreatina, con conseguente rallentamento della velocità di rigenerazione dell’ATP. In tale situazione, l’affaticamento muscolare può essere messo in relazione con una riduzione della produzione di ATP prevalentemente nelle fibre muscolari di tipo II, nelle quali le riserve di fosfocreatina sono rapidamente utilizzate.

 

 

La creatina inoltre svolge un’importante azione tampone nei confronti dell’acido lattico, ritardando l’insorgenza dell’affaticamento muscolare. La sua validità è rilevante anche negli sport di endurance, in quanto migliora la capacità di recupero ed ottimizza l’utilizzo energetico durante la performance sportiva. La creatina ha anche un effetto “volumizzante” , in altre parole, la capacità di tale sostanza di richiamare grandi volumi di acqua all’interno della cellula muscolare, facendola appunto crescere di volume. La cellula muscolare, ben idratata, assimila al massimo le sostanze nutritive di cui ha bisogno, questo favorisce il recupero e l’anabolismo, mentre inibisce i processi catabolici. Visto i diversi meccanismi a cui presiede, la creatina si presta a svariati metodi di assunzione, dipendentemente dall’obiettivo prefissato, inoltre, ben si presta ad essere miscelata con altri integratori alimentari.